La mostra Giovanni Battista Crema, al Castello Estense di Ferrara fino al 26 dicembre.

Ferrarese di nascita ma romano d’adozione, Giovanni Battista Crema (1883-1964) interpretò con la sua arte la modernità e le contraddizioni del Novecento

La mostra Giovanni Battista Crema. Oltre il divisionismo, al Castello Estense di Ferrara fino al 26 dicembre.

Ferrarese di nascita ma romano d’adozione, Giovanni Battista Crema (1883-1964) interpretò con la sua arte la modernità e le contraddizioni del Novecento. Giunto a Roma nel 1903, dopo la formazione tra Ferrara e Napoli, fu sedotto dalla tecnica divisionista, linguaggio a cui rimase saldamente legato per tutta la vita.

 

La mostra “Giovanni Battista Crema. Oltre il divisionismo” intende andare per l’appunto questo aspetto, illustrando le varie sfaccettature del percorso di un artista dalla forte vocazione narrativa, espressa tanto in trittici e opere di grandi dimensioni, quanto in dipinti da cavalletto e piccoli disegni a matita.

«In fatto di tecnica pittorica il Crema, capii, la sa lunga!», affermò nel 1922 Filippo de Pisis in visita allo studio del concittadino, testimoniando quell’attaccamento al fare pittura che, con l’avanzare delle nuove avanguardie del secondo dopoguerra, lo portò a distaccarsi sempre più dal dibattito artistico a lui contemporaneo.

La mostra presenta oltre 120 opere suddivise in sezioni tematiche provenienti dalle raccolte civiche ferraresi, musei, istituzioni e collezioni private, ed è corredata da documenti inediti dell’archivio degli eredi dell’artista. Tra i capolavori esposti spiccano il grande trittico L’istoria dei ciechi dolorosa (1904), la monumentale tela delle Danzatrici (1921), l’opera ispirata alla tragica vicenda di Parisina Malatesta (1921), la visionaria, drammatica allegoria del Secolo XX (1935), e il ciclo intitolato Itala gens (1938 circa).

Cover  Fondazione Ferrara Arte