
Editoriale – aprile 2020
Molte delle usanze adottate nel corso degli anni e spesse volte catalogate come scontate, noiose ed a tratti banali, oggi acquistano un valore diverso al punto da chiedersi se questo momento così duro e pauroso abbia, in qualche modo, portato dei buoni frutti e oltre alla consapevolezza delle nostre azioni, che possono riversarsi sul prossimo anche negativamente, abbia fatto acquistare valore a tutte quelle feste che spesso abbiamo visto come “ingombranti e pesanti” solo perché dovevamo pranzare genitori e/o parenti per incontri non più lunghi di qualche ora.
Aprile 2020 è iniziato ma questa volta è differente
A causa del momento che stiamo vivendo, covid-19, molte cose sembrano aver perso quella magia che da sempre li ha portati innanzi ai nostri occhi carichi di gioia e allegria.
Il prossimo fine settimana sarà Pasqua ma questa volta sarò una Pasqua diversa, ognuno a casa propria e nessuna riunione di famiglia.
Molte delle usanze adottate nel corso degli anni e spesse volte catalogate come scontate, noiose ed a tratti banali, oggi acquistano un valore diverso al punto da chiedersi se questo momento così duro e pauroso abbia, in qualche modo, portato dei buoni frutti e oltre alla consapevolezza delle nostre azioni, che possono riversarsi sul prossimo anche negativamente, abbia fatto acquistare valore a tutte quelle feste che spesso abbiamo visto come “ingombranti e pesanti” solo perché dovevamo pranzare genitori e/o parenti per incontri non più lunghi di qualche ora.
Aprile 2020 e Pasqua, non con lo stesso spirito del passato. Ognuno nella propria casa al massimo fuori per una passeggiata non più lunga di 200mt e non in compagnia.
Da quando tutta questa situazione mostruosa è diventata “ufficiale” viviamo le giornate aspettando le notizie dei vari Tg oppure il bollettino delle ore 18.00 sperando di sentire numeri sempre più in ribasso nella speranza che prima di quanto si possa pensare tutto questo abbia una fine.
Il covid-19 è arrivato come una specie di “falce universale” a scuotere le nostre coscienze e al chiuso delle nostre abitazioni ci offre, purtroppo quotidianamente e continuamente, un mix di emozioni che si mescolano tra di loro passando dalla gioia, per la consapevolezza dello stare bene, al dolore profondo, per le vittime di questo virus letale.
Forse per la prima volta, indipendentemente dalla lingua parlata, dalla nazionalità di appartenenza o dal grado di conoscenza ogni vittima, ogni lutto e ogni bara che vediamo o della quale sentiamo parlare dalle televisioni o dal web, ci fa sentire vicini al dolore delle famiglie di coloro che non torneranno più a casa dagli ospedali.
Aprile 2020.
Un augurio buona Pasqua, con la speranza di non doverla mai più rivivere così.